Di seguito un’anteprima della newsletter “Turismo: Tendenze e prospettive – agosto 2024″, realizzata in collaborazione con SL&A, che propone aggiornamenti costanti sul turismo. Si concentra soprattutto sulle previsioni basate su dati, studi e ricerche affidabili..
Montagna mia, montagna in fiore
Rimasta orfana della fiera di riferimento -Skipass di Modena- chiusa per insufficienti precipitazioni nevose, la Montagna non si dà per vinta, anzi: i dati JFC per l’estate 2024 stimano 6 milioni 538 mila di arrivi, in aumento del 1,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. La permanenza media di 11,2 giorni porta a superare i 73 milioni 222 mila presenze nelle aree montane e appenniniche italiane (più 0,8% sul 2023), generando un fatturato complessivo di 5 miliardi 565 milioni di euro. La montagna sarebbe scelta dal 16% di coloro che quest’anno faranno una vacanza durante il periodo estivo; vanta una fidelizzazione pari al 47,1% (sulla destinazione? Sulla tipologia?), viene considerata “rigenerante, rilassante, benefica” (19,9%), in grado di garantire il “distacco dalle problematiche quotidiane” (15,8%). In pratica, meglio di una terapia intensiva!
Venti milioni di ospiti: 2023 anno record per i parchi divertimento in Italia
Lo dice il Rapporto SIAE che evidenzia il costante miglioramento post-Covid del comparto, che conta circa 250 strutture tra parchi a tema, faunistici, acquatici e avventura. A salire sono tutti i principali indicatori monitorati: fatturato dalla vendita di biglietti a +11% sul 2022, pari a circa 348 milioni di euro e presenze a +6,39%, con 19.644.126 ospiti. Da segnalare la crescita della spesa media per ospite, che si attesta a +4,2% sul 2022, pari a uno straordinario +30% sul 2019. Il dato, di gran lunga superiore rispetto ad altri settori dello spettacolo e dello sport, riflette solo in parte l’andamento dei prezzi, che sono cresciuti in media solo del 5%. Tra i driver fondamentali della crescita l’aumento dell’offerta, calcolata in giorni di apertura, che nel 2023 sono aumentati del 14% rispetto al 2022, pari a +20% sul 2019.
Il Rapporto sottolinea come i parchi divertimento più grandi siano ormai diventati vere e proprie “destinazioni turistiche”, con un impatto economico rilevante sui territori locali. Alcuni parchi attraggono oltre il 50% dei visitatori dall’estero. Parallelamente, le strutture minori mantengono un importante ruolo di socializzazione ed intrattenimento su scala locale, contribuendo alla ricchezza del territorio.
Tornano i cinesi, e per non sbagliarsi vanno proprio a Venezia
Nel 700esimo anniversario di Marco Polo, dal 26 settembre China Eastern Airlines collegherà il capoluogo lagunare con Shanghai tutto l’anno con tre voli settimanali non stop. Il nuovo volo nel primo anno trasporterà circa 70.000 passeggeri, e negli intenti stimolerà in tempi brevi i flussi da e per Venezia, permettendo un risparmio del 40% di tempo rispetto a soluzioni di viaggio che a oggi comportano voli in coincidenza. Il 2019 per il Marco Polo era stato l’anno di massima espressione del mercato cinese: il totale passeggeri che, seppur indirettamente, aveva volato tra Venezia e la Cina era stato di oltre 150.000. Durante il Covid si auspicava che le cose sarebbero cambiate in meglio, ora c’è da sperare che i “nuovi cinesi”, una volta atterrati, non vadano proprio tutti a mezzogiorno a Piazza San Marco: altrimenti l’overtourism ce lo saremmo andati a cercare.
Per fortuna che lo dice Mckinsey!
Il turismo ha il ruolo di comparto trainante della economia mondiale, per il suo contributo pari al 10% del Pil: i viaggi nazionali cresceranno del 3% annuo, con un consuntivo di 19 miliardi di pernottamenti entro il 2030, mentre i viaggi internazionali potranno generare 9 miliardi di pernottamenti. Nonostante i viaggi internazionali siano da sempre considerati quelli ad alto valore aggiunto, è il turismo domestico ad avere un enorme peso sulle economie nazionali: negli Stati Uniti (68%), in Cina (74%) e in Europa (70%), dove privilegia soprattutto Spagna (18%), Italia (11%) e Francia (8%). “Di sicuro conforto e di grande utilità” per gli operatori della filiera turistica è anche sapere che i due target dei Millennial e Gen Z dedicano quasi il 30% del loro reddito ai viaggi, una quota ben superiore ai turisti over 50. Per quanto riguarda l’Italia, “i numeri sono del tutto soddisfacenti”, ma gli analisti di McKinsey avvertono pure che per mantenere certi primati il nostro turismo necessita di “una intelligente sinergia tra operatori privati e amministratori pubblici”, per investire adeguatamente su mobilità, accessibilità e ricettività, ovvero i tre fattori/chiave senza i quali le potenzialità dell’Italia si potrebbero sgonfiare come “un palloncino male annodato” (grande metafora! Traduttore automatico?).
Tra gli asset vincenti per la crescita del nostro settore, lo studio McKinsey indica lo sviluppo di adeguate offerte per lo slow travel e una serie di investimenti mirati sul luxury, con una cura anche per rimediare a eventuali fenomeni di overtourism: investire sulle destinazioni meno note che hanno comunque patrimoni artistico-culturali di grande valenza per gli stranieri. L’Italia lo può fare: rispetto a tante altre mete, può permettersi di diversificare, perché è talmente elevata la ricchezza del nostro patrimonio ambientale e culturale, che “basta” pianificare e promuovere “con intelligenza” (ancora?!?). Grazie del consiglio!
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