Bilancio positivo per il turismo in Veneto nei primi otto mesi dell’anno, con un incremento del +2,6% degli arrivi e del +1,3% di presenze rispetto al 2023.
Del resto, le previsioni degli operatori e i risultati consolidati dei primi sei mesi dell’anno davano già una idea dell’andamento: tra aprile e giugno rispetto allo stesso trimestre 2023 il fatturato del comparto turistico aumenta del +4,8%, sia per quanto riguarda gli alberghi che per i ristoranti, a fronte di un aumento dei prezzi pari al 3,8%.
Per quello che riguarda i mercati internazionali nell’estate 2024, secondo quando rilevato a partire dall’indagine sulle imprese, gli americani sono in aumento e i tedeschi in calo. Per approfondire il focus per Paese esteri e per regione l’indagine congiunturale di Unioncamere del Veneto.
Le nuove assunzioni per la stagione estiva 2024
Dalle interviste agli operatori emergono, poi, aspetti interessanti connessi ai lavoratori della filiera. In primis, la connotazione essenzialmente locale del personale assunto dalle imprese, che si configura, in media, per la maggior parte proveniente dall’area in cui le stesse imprese operano (85,8%) o da altre località del Veneto per 4,2%, mentre solo il 10% delle imprese dichiara di avere personale anche di altre regioni italiane o dall’estero.
Rispetto alla media sono soprattutto gli alberghi ad assumere personale che viene da fuori regione e poi i ristoranti.
Oltre a Venezia, la provincia con la più grande quota di lavoratori che proviene da altre regioni o dall’estero è quella di Belluno, che supera di circa 4 punti la media regionale.
Un fattore di criticità per i lavoratori assunti nell’estate dalle imprese del Veneto che provengono da altre località è da ricondurre alla difficoltà nella ricerca dell’alloggio, che va ad incidere per il 35,6% delle imprese, un problema reale per la metà dei lavoratori del turismo a Venezia e a Belluno.
I lavoratori degli alberghi sono quelli che riscontrano di più questa incertezza: 1 lavoratore su 2 ha difficoltà a trovare una abitazione nei dintorni. Per i ristoranti la quota si abbassa al 33%, mentre per i servizi turistici si ferma al 23%.