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TURISMO: Tendenze & Prospettive – speciale lavoro (nel turismo ma non solo)

Turismo tendenze e prospettive. Edizione speciale di febbraio 2023
Di seguito un’anteprima della newsletter “Turismo: Tendenze & Prospettive – speciale lavoro (nel turismo ma non solo)” realizzata in collaborazione con SL&A, che propone aggiornamenti costanti sul turismo. Si concentra soprattutto sulle previsioni basate su dati, studi e ricerche affidabili.
Speciale lavoro (nel turismo ma non solo)

L’ultima indagine di Unioncamere Excelsior (maggio 2025) parla della ricerca di lavoratori da parte delle imprese nel mese di maggio 2025, con interessanti previsioni per il trimestre maggio-luglio. Sono in aumento del +7%, le entrate complessive previste, circa 528 mila, ovvero 35 mila unità in più rispetto a quanto accaduto lo stesso periodo dello scorso anno. Il settore dei servizi assorbe il 74% delle nuove entrate, con una importante quota del 28% dovuta al turismo. Certo, conta il turn-over più elevato che in altri settori, ma il dato è comunque imponente.

Analizzando i singoli settori, le previsioni per le filiere del turismo sono tra le più alte: +20,4%, con un effetto di traino rispetto al totale delle entrate attese nel totale dei servizi. Nel mese di maggio, infatti, le opportunità di lavoro offerte nel settore dei servizi sono 394 mila, con la previsione di arrivare a 1,2 milioni entro luglio 2025. La domanda più forte è espressa proprio dalle imprese turistiche, con oltre 147 mila lavoratori ricercati nel mese di maggio, che arrivano a 446 mila per il trimestre estivo maggio-luglio. Seguono le imprese del commercio (71 mila entrate a maggio e 229 mila nel trimestre) e quelle dei servizi alle persone (58 mila nel mese e 200 mila nel trimestre). In generale, la forma contrattuale che prevale è quella a tempo determinato (62%): prevale ancora il lavoro a tempo e/o stagionale, e poi magari ci si stupisce che i fabbisogni delle imprese restano insoddisfatti.

Sempre Unioncamere aveva stimato come fabbisogno occupazionale nel periodo 2024-2028 il valore più elevato, in termini assoluti, proprio per i settori di commercio e turismo, con una previsione compresa tra 620mila e 713mila unità (circa il 18% del fabbisogno complessivo). […]

La più alta previsione di entrate a maggio è da attribuirsi all’area del Sud e Isole (161.040, oltre 20 mila entrate in più rispetto al 2024), mentre la difficoltà di reperimento dei lavoratori in tutti i settori si registra in particolare nel Nord Est, con quasi il 50% delle offerte che restano vacanti. Le regioni che prevedono il maggior numero di entrate nel mese sono Lombardia, Veneto e Lazio, a cui si aggiunge l’Emilia Romagna se si tiene conto dei numeri previsionali per il trimestre maggio-luglio. D’altra parte, le regioni che mostrano più criticità nel reperire le risorse sono Umbria (54,5%), Trentino-Alto Adige (53,4%), Valle d’Aosta.

Mismatch tra domanda e offerta

La difficoltà di reperimento delle risorse da inserire in azienda emerge in ogni settore e mancano i candidati per ricoprire il 47% del totale delle posizioni aperte nel mese di maggio, una quota che sfiora il 70% se si tratta delle attività commerciali e dei servizi. Infatti, il tema del mismatch delle competenze è sfortunatamente sempre attuale.

Nel prossimo futuro il mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro sarà inevitabilmente influenzato dall’andamento della popolazione, per il quale, come sappiamo, è previsto un calo consistente, e dal saldo migratorio ancora insufficiente, per cui si evidenziano le previsioni sul fabbisogno di personale immigrato, stimato al 21% per i settori privati.

Il trend di invecchiamento della popolazione, assieme a quello relativo al tasso di occupazione, ha accelerato il mismatch tra domanda e offerta di lavoro negli ultimi anni. Entrambi questi fattori avranno un forte impatto sulla possibilità di soddisfare le richieste di personale da parte delle imprese nel futuro. Tra le conseguenze, è valutata una perdita di valore aggiunto pari al 2,5% del PIL del nostro Paese (dato 2023).

Per il commercio e il turismo, il fabbisogno occupazionale dei settori privati per il quinquennio 2024-2028 è stato stimato a 712 mila unità (un quinto del fabbisogno complessivo), di cui immigrati circa il 19% (Incide sulle previsioni anche il fattore PNRR).

Come procede la transizione digitale delle imprese

Nella tematica della scarsa corrispondenza tra domanda e offerta si inseriscono a pieno titolo le competenze digitali, che riguardano diversi tipi di professioni, non soltanto quelle ad elevata specializzazione, e trasversalmente le diverse filiere. Circa due imprese italiane su tre hanno dichiarato di aver investito in almeno uno degli ambiti della transizione digitale, dato in crescita del +0,9% sul 2023 (Excelsior, 2024).

Nel settore dei servizi, nonostante una lieve crescita, la quota di imprese che dichiara di aver investito nel digitale è inferiore alla media del commercio negli ultimi cinque anni. Nel turismo (il comparto “fanalino di coda”) solo il 56,5% delle imprese dei servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici ha effettuato investimenti nella transizione digitale, una crescita esigua rispetto al quinquennio precedente (55%). […]

 

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