L’anno 2024 si apre all’insegna della tranquillità per gli operatori del Veneto che, in un periodo tradizionalmente di bassa stagione (56%), fatta eccezione per la montagna e le località d’arte, in cui il 22% sospende l’attività (specie tra le strutture ricettive), hanno visto crescere in media del 5,7% il fatturato rispetto allo stesso periodo del 2023.
E questo nonostante i prezzi di vendita abbiano subito un aumento del 2,2%, su base annua, proseguendo in quella stabilizzazione, aiutata dal calo dell’inflazione, rilevata nelle precedenti indagini.
E il clima “disteso” si riflette sulle previsioni per i mesi primaverili e l’anticipo d’estate: quasi i due terzi delle imprese turistiche prevedono una crescita del fatturato. Ottimismo che si ritrova maggiormente tra le imprese di servizi turistici (84,8%) e tra le strutture ricettive (69,4%).
Per il 67% degli intervistati i prezzi in vista dell’estate rimarranno stabili, specie per quanto riguarda il settore della ristorazione (73,4%), mentre tra le strutture ricettive sono il 55% degli intervistati a prevedere un aumento.
I cambiamenti della domanda turistica, più attenta all’ambiente e al proprio benessere
Un aspetto importante che l’Osservatorio del Turismo Regionale Federato del Veneto ha voluto testare attraverso le interviste agli operatori turistici riguarda la misura dei cambiamenti che loro stessi registrano nella domanda turistica e le misure adottate. In particolare, in questa tornata di indagine si è rilevato che mentre tra i gestori dei ristoranti il 62% non rileva cambiamenti, per le strutture ricettive i risultati sono meno polarizzati. A fronte di solo il 27% che non registra variazione nei comportamenti, il 40% afferma di notare una maggior concentrazione di turisti in alta stagione e il 23% un aumento dei turisti fuori stagione.
E sono le imprese di servizi, e quelle ricettive ad essere più impegnate per far sì che i turisti scelgano periodi dell’anno meno affollati: le prime che puntano soprattutto su nuovi prodotti ed esperienze (33,8%), le seconde su offerte e sconti (43%).
Che siano in atto dei mutamenti nell’agire quotidiano dei turisti anche durante le vacanze è indubbio anche per gli operatori turistici veneti. Il 70,5% degli operatori veneti ha infatti notato innanzitutto un cambiamento nelle abitudini alimentari, con un’attenzione ad esempio ai cibi vegetariani: e questo sia da parte dei ristoratori che degli alberghi. Questi ultimi poi concordano nel 63% dei casi nell’affermare che i mezzi di informazione utilizzati dai loro ospiti stiano cambiando (sempre meno stampa e più informazione diffusa?). In media poi il 59,3% degli intervistati afferma di assistere a comportamenti diversi in relazione all’attenzione all’ambiente e il 58,7% riguarda alla cura di sé e al benessere.
Focus: il lavoro nel turismo
Infine, l’indagine sui servizi turistici ha ripetuto il focus sul lavoro e rispetto allo scorso anno si registra un calo della percentuale delle imprese che pensano di assumere e allo stesso tempo una diminuzione delle imprese che volendo assumere hanno incontrato delle difficoltà.
I due terzi degli intervistati affermano che le nuove assunzioni hanno carattere di stagionalità, e questo vale soprattutto per le strutture ricettive (87%), e la metà di assumere con orario part-time, e in questo caso sono soprattutto le imprese di servizi (58,2%) e quelle della ristorazione ad utilizzare questa tipologia di orario (54,5%).