Vai al contenuto
Home » Notizie dall’osservatorio » Priorità dell’adattamento climatico per il turismo in Italia

Priorità dell’adattamento climatico per il turismo in Italia

È ora disponibile il progetto di ricerca “Turismo Climate-sensitive” di ENIT, realizzato in collaborazione con due enti leader nella ricerca applicata: la Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura di Torino e lo Studio Giaccardi & Associati – Consulenti di Direzione e Data Analyst di Ravenna.

Lo studio si basa su dati e metriche raccolti attraverso le opinioni e le indicazioni di un campione rappresentativo di oltre 9.000 operatori italiani e tour operator internazionali che promuovono l’Italia. A queste informazioni si affiancano le previsioni del Tourism Climatic Index per quattro destinazioni simbolo del turismo nazionale: l’Area Metropolitana di Bari, le Dolomiti Bellunesi con Cortina d’Ampezzo, l’Area Metropolitana di Firenze e Rimini.

Secondo i risultati della ricerca ENIT, i tre principali rischi climatici per il turismo italiano sono: nubifragi e inondazioni, siccità e scarsità d’acqua, e danni alle infrastrutture e al territorio. Di fronte a questi rischi, per gli operatori diventa prioritario “cambiare agenda” e “promuovere soluzioni di accoglienza climatica”.

Cosa si intende per adattamento climatico?

Per adattamento climatico si intende l’adozione di misure preventive o correttive per ridurre al minimo i danni causati dai cambiamenti climatici, oppure sfruttare le opportunità che questi possono offrire, come indicato dall’EEA (Agenzia Europea dell’Ambiente).

 

Alcuni risultati dell’indagine “Climate Change: nuove scelte di turisti e operatori del turismo”

Il 57% degli operatori intervistati ha valutato l’impatto dei cambiamenti climatici sulle vacanze dei turisti con un punteggio di 4,34 su 5.

Inoltre, un campione di 339 operatori selezionati da una base di oltre 9.000 decisori turistici ha attribuito un punteggio di 4,14 su 5 all’impatto del cambiamento climatico sulle proprie attività.

Le interviste, condotte tra maggio e luglio 2024, hanno coinvolto il 62% di responsabili di organizzazioni private (imprese ricettive, agenzie di viaggio, società nautiche e marine, associazioni economiche, ecc.) e il 38% di responsabili di enti pubblici (regioni, comuni turistici, camere di commercio, musei, parchi naturali, DMO, ecc.).

Geograficamente, il 21% degli intervistati sono stakeholder stranieri, il 42% proviene dal Nord Italia, il 20% dal Sud e isole, e il 16% dal Centro Italia. La maggioranza (55%) ha un’età compresa tra i 51 e i 65 anni, mentre il 35% è più giovane (18-50 anni).


Risultati del “Tourism Climatic Index” per la destinazione Dolomiti Bellunesi-Cortina

Il Tourism Climatic Index (TCI) è uno strumento che guida l’adattamento climatico delle destinazioni turistiche, misurando l’impatto del cambiamento climatico sulle diverse attività turistiche, come visite in città, attività balneari o invernali. Basato su interviste ai turisti, il TCI valuta tre parametri principali: condizioni termiche, fattori estetici e fattori fisici.

Nel caso delle Dolomiti Bellunesi-Cortina, la destinazione conta 202.950 residenti e registra 1 milione di arrivi, di cui il 48% internazionali e il 52% nazionali, con un totale di 3,8 milioni di presenze. La spesa turistica internazionale è pari a 480 milioni di euro. 

Applicando il TCI per il 2025 e per il 2030, si scopre questa situazione:

Tourism Climatic Index, Dolomiti Bellunesi -Cortina, Progetto di ricerca Turismo Climate Sensitive, ENIT, Fondazione Santagata, Studio Giaccardi & Associati

Grazie ai dati forniti dal TCI, le autorità e le imprese locali potranno pianificare scelte strategiche e organizzative, mese per mese, in modo da tutelare gli interessi dei turisti, sempre più sensibili alle questioni climatiche, soprattutto quelli internazionali. Le previsioni e gli scenari del TCI sono inoltre disponibili fino al 2030, 2040 e 2050.

Per scoprire tutti i risultati, clicca qui e scarica la relazione completa sul “Tourism Climatic Index”