Secondo la più recente indagine di UnionCamere Veneto sulle imprese turistiche regionali relativa al III trimestre 2023, si assiste alla rimonta del settore nel suo complesso, sia rispetto all’anno precedente che alle performance pre-Covid.
In un clima di generale soddisfazione per l’andamento del turismo e la ripresa ormai consolidata, forse anche in tempi più rapidi rispetto a quanto si prospettava, in Veneto nel periodo luglio-settembre 2023 si è registrata una significativa crescita del fatturato, del 9,5% rispetto al 2022.
L’incremento del fatturato
L’incremento del fatturato per le imprese dei servizi turistici è del +18,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, importante anche per le imprese della ricettività, con un +13,8%, e in misura minore per i ristoranti, che registrano un +7,4% sul 2022. Una crescita sostenuta in particolare dalle imprese di grandi dimensioni e dalle province di Venezia e Vicenza.
Sebbene permanga una tendenza generale all’ottimismo, rispetto ai primi sei mesi del 2023, le imprese risultano più prudenti nel prevedere una crescita protratta fino ai mesi invernali; infatti, solo il 41% si aspetta un incremento del fatturato (rispetto al 56% e al 68% delle rilevazioni nei trimestri precedenti), principalmente le imprese della ristorazione e dei servizi turistici. D’altra parte, il 31% prevede una contrazione, dato che era solo il 15% nel trimestre precedente, specialmente tra gli albergatori.
L’andamento dei prezzi di vendita
Di contro, le aspettative sull’andamento dei prezzi di vendita per l’inverno vedono prevalere i giudizi sulla stazionarietà (73%), e soltanto il 20% delle imprese pronostica che il valore aumenti.
I focus
Interessanti sono gli spunti che emergono dagli approfondimenti:
- Il 47% dei clienti degli hotel nel trimestre in esame sono legati alla tipologia di vacanza leisure, mentre il 17% ha visitato il Veneto per motivi di lavoro, affari o formazione.
- Per quanto riguarda i canali di prenotazione delle imprese della ricettività, si verifica una tendenza in crescita per le OTA, che tuttavia non si afferma in maniera schiacciante ma si mantiene attorno a una quota del 37%, con un andamento speculare ma opposto a quello delle prenotazioni per contatto diretto, che detengono una fetta del 34%, in lieve calo.
In questo, la digitalizzazione delle imprese gioca un ruolo importante e gli alberghi sono la tipologia di impresa più fortemente strutturata sul digitale: l’88% vende anche online, rispetto al 12% dei ristoranti e al 32% delle altre attività di servizi turistici, con una quota totale di fatturato estivo delle imprese turistiche nel loro insieme, derivata dalla vendita sul web, che è del 35%.
3. Dal punto di vista degli impatti del cambiamento ambientale, nonostante la preoccupazione, sembrerebbero non emergere (ancora) delle dinamiche fortemente penalizzanti per il turismo, ma piuttosto un andamento discordante che vede, da un lato, la percezione delle difficoltà riscontrate dagli operatori a sostenere gli aumenti dei costi, e per converso dall’altro il beneficio del prolungamento della bella stagione nei mesi autunnali. Infatti, 4 imprese su 10 concordano sugli aspetti positivi legati all’allungamento della stagione.
Un’ultima considerazione riguarda l’apprensione di quasi un quinto degli operatori veneti per il rischio di esposizione ad eventi estremi, come alluvioni, tempeste o siccità.