Di seguito un’anteprima della newsletter “Turismo: Tendenze e prospettive” – fine luglio 2023, realizzata in collaborazione con SL&A, che propone aggiornamenti costanti sul turismo nell’era-Covid. Si concentra soprattutto sulle previsioni basate su dati, studi e ricerche affidabili.
PREPARIAMOCI AL NUOVO
Il turismo birraio
Da circa un decennio il mondo brassicolo artigianale italiano ha avuto un notevole impulso grazie alla nascita di centinaia di microbirrifici che hanno fatto della creatività, dell’innovazione e delle nuove sperimentazioni i loro marchi di fabbrica. Ciò anche grazie all’utilizzo dei prodotti tipici del territorio. Il microbirrificio è quindi diventato un presidio territoriale, un luogo in cui si produce buona birra e dove gli appassionati possono scoprire la particolare alchimia che c’è dietro la sua realizzazione. Raggiungere e visitare questi microbirrifici, negli anni, ha portato allo sviluppo di un turismo della birra. È nata così “Turismo birrario – guida per viaggiatori in fermento”. Sessanta, complessivamente, gli itinerari proposti che permettono di visitare anche l’Italia meno nota e sono stati creati per appassionati, per cultori della birra di qualità e per viaggiatori per vocazione e passione.
Il turismo vendemmiario
Con la firma di un protocollo nazionale fra l’Associazione Città del vino e l’Ispettorato del lavoro, è regolamentata la vendemmia turistica. Cioè, quell’attività – da non considerarsi rapporto di lavoro – di raccolta dell’uva, non retribuita, di breve durata, episodica, dal carattere culturale e ricreativo, svolta da turisti e preferibilmente legata a un soggiorno in strutture ricettive del territorio nell’ambito di un’offerta turistica integrata.
Turisti di prima fila
La ricerca sul cineturismo di JFC conta nel nostro Paese un impatto di questa nicchia di 597 milioni, 321 da turismo. Interessante anche il movimento generato da quanto le case di produzione lasciano sul territorio durante le riprese. Si tratta di ulteriori 276 milioni, la maggior parte dei quali (il 41,5%) è distribuito tra maestranze/tecnici locali e le strutture alberghiere che ospitano le troupe. In Italia il fenomeno è tuttora marginale, se si considera che, sugli 8 milioni 385mila turisti che nel mondo hanno proprio questa come motivazione principale del loro soggiorno, coloro che scelgono l’Italia per visitare i luoghi del grande cinema sono solo 151 mila.
GLI HOTEL VISTI DA BOOKING
Il 2023 sarà l’anno con il fatturato più alto di sempre: ne è convinto il 41% degli albergatori italiani e il 46% dell’hotellerie europea. Questo uno dei dati principali contenuti nel Barometro delle strutture ricettive di Booking.com. A giocare un ruolo fondamentale in questa previsione sono ovviamente le tariffe medie delle camere, che per il 44% degli albergatori italiani hanno segnato un aumento. A questo si aggiunge un ulteriore fattore: quasi la metà degli hotel (49%) parla di un aumento dei tassi di occupazione, dato che sale al 60% in Europa. Il principale elemento che metterà i bastoni tra le ruote degli hotel almeno per i prossimi 6 mesi, secondo gli albergatori stessi, è il costo dell’energia, indicato come una delle principali sfide del semestre da ben l’84% degli intervistati. Al secondo posto, come facilmente prevedibile, c’è l’acquisizione e il mantenimento del personale, indicato nel 51% dei casi.
LAVORO NEL TURISMO: TANTA DOMANDA, MA A QUALI CONDIZIONI ?
Negli ultimi mesi secondo Unioncamere e ANPAL il turismo italiano è il comparto più attivo, che sta reclutando 170 mila lavoratori nel mese di luglio 2023, seguito dal commercio (78 mila) e dai servizi alle persone (60 mila). E’ ovviamente il complesso dei servizi che “tira” di più con 463 mila assunzioni (+61% sul 2022). Nel turismo, però, persistono le difficoltà di reperimento nel 48% dei casi, 8 punti in più rispetto al luglio 2022 (soprattutto nel Nord-Est con il 54%). Anche per questo le offerte di lavoro si vanno spostando su posizioni relativamente più interessanti, come i contratti a tempo indeterminato (+ 18 mila unità, + 22,5%), mentre diminuiscono le collaborazioni occasionali (-32%). La richiesta si va adeguando anche per quanto riguarda la manodopera straniera, che -per l’intera economia- passa da 91 mila contratti nel 2022 ai 120 mila previsti per il 2023.
SE IL LAVORO NON RIDE
L’Osservatorio del Friuli Venezia Giulia è drastico ”Più della metà dei lavoratori del turismo sono precari. Hanno un’età che oscilla tra 15 e 34 anni, fanno i baristi, i camerieri, gli aiuto cuoco e le commesse nelle località balneari e montane: il 30 per cento ha accettato contratti a chiamata, il 23 per cento intermittenti. In un anno, lavorano circa 150 giorni e non guadagnano abbastanza per metter su famiglia o acquistare una casa”.
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- Tutti a casa? Nel gioco d’azzardo dei sondaggi anche Facile.it vuole dire la sua, affermando che 9 milioni di Italiani non hanno ancora organizzato le ferie estive o che hanno già deciso di non partire. E le ragioni sarebbero principalmente economiche nel 59,5% dei casi.
- Tutti al mare? Al contrario, per Ipsos Future4Tourism il 74% degli italiani effettuerà almeno una vacanza nel periodo luglio-settembre, e sarebbe un record assoluto, visto che finora non eravamo mai andati oltre il 55%. Per le vacanze estive i due terzi degli italiani resteranno in patria (mentre il dato storico è di circa l’80%), e anche questo sarebbe un record, ma in negativo, visto che il restante 33% andrebbe all’estero.
- “Cammina cammina”: è il nome del report che indaga l’universo dei camminatori abitudinari, cioè tutti coloro che si spostano a piedi per il tragitto casa-lavoro, per passeggiate quotidiane, per escursioni del fine settimana, per cammini turistici o per veri e propri trekking. Che sia in natura o in città, andare a piedi è una tendenza sempre più diffusa.