Sovra-turismo, over-turismo, iper-turismo: tanti nomi per un fenomeno da gestire
Ci sono in Italia destinazioni, Venezia in primis, in cui si parla da anni di un eccessivo numero di turisti non tanto in un periodo limitato o in occasione di un evento speciale, ma come costante durante la maggior parte dell’anno. E se il fenomeno ha riguardato da sempre le città d’arte, l’eccesso di domanda per alcune destinazioni o luoghi ora sta diventando un problema che spesso ha a che fare più con l’escursionismo che non con gli ospiti pernottanti, come ad esempio nelle Cinque Terre, meta anche dei croceristi nel porto di La Spezia, o sul lago di Braies, in Alto Adige, che deve la sua notorietà ad una serie televisiva.
E chi si aggrappava alla speranza che il dopo-pandemia avrebbe portato la domanda a scegliere luoghi e/o periodi dell’anno meno affollati si trova oggi spiazzato.
Il tema dell’eccesso di domanda è sempre all’ordine del giorno, tanto che l’Osservatorio del Turismo Regionale Federato ne ha trattato più volte, affrontandolo da diversi punti di vista all’interno della newsletter Turismo Tendenze e Prospettive:
- a partire dalla constatazione che il contenimento dei flussi non è più un tabù sia se sei Amalfi che Capri che la Sardegna, dove per evitare sovraffollamenti in alcune spiagge si va su prenotazione e a pagamento, né tantomeno un tema da relegare alle aree naturali protette (TTP n. 4/2022);
- guardando alle città straniere, a partire da Amsterdam che dopo aver lanciato una campagna di de-marketing “stay away” ha deciso di agire sulla tassa di soggiorno, in media 22 euro a notte, diventando in questo la città più cara d’Europa e la quarta al mondo (TTP n. 6/2022 e n. 16/2023);
- fino ad evidenziare l’impegno di città come Roma e Firenze per de-congestionare i centri storici e tutelare i beni Unesco agendo nei confronti degli affitti dei privati (TTP n. 16/2023).
Il Report di Federalberghi Veneto:
Overtourism = Tourism Over?
E l’attenzione per l’eccessiva congestione si sta spostando sempre di più dal “bene” alle persone.
Ed è proprio sulla percezione dei residenti che sposta l’attenzione lo studio “Overtourism = Tourism Over?” realizzato da Federalberghi Veneto, commissionato al gruppo di lavoro di Sociometrica. Un’indagine che tenta di fare chiarezza, per la prima volta in maniera scientifica e analitica, su un fenomeno che anima il dibattito pubblico e che rischia di condizionare negativamente il settore turistico italiano e regionale.
L’overtourism, traducibile letteralmente come “troppo turismo”, è un argomento diventato di grande interesse e di stringente attualità anche nella nostra regione. Spesso però si assiste a una rappresentazione del fenomeno dominata più da opinioni, percezioni soggettive, correnti di pensiero che non da dati concreti, scientifici e incontrovertibili.
L’obiettivo dello studio
L’ obiettivo principale è quello di individuare “criteri chiari per definire l’eccesso di affluenza turistica stabilendo indicatori tangibili…”, per poi identificare alcune proposte per una riconfigurazione del turismo in chiave di sostenibilità dei flussi.
Lo studio non avanza pretese di verità ma mira ad analizzare, attraverso indicatori oggettivi, il fenomeno dell’overtourism che spesso è raccontato in maniera soggettiva, attraverso cioè chi vive una condizione di sovraffollamento. Obiettivo della ricerca è invece quello di tentare di definire quando si è di fronte all’overtourism e di fornire raccomandazioni concrete per una gestione sostenibile dei flussi turistici.
Il presidente di Federalberghi Veneto Massimiliano Schiavon: “Presentiamo uno studio che approfondisce il tema dell’overtourism sui comuni del Veneto, da quelli più grandi a quelli di dimensioni più ridotte. Crediamo sia essenziale per il settore turistico, in particolare per le Piccole e Medie Imprese, investire in ricerca e sviluppo. Il Veneto, con questa ricerca, si pone come apripista fra le regioni che intendono affrontare in maniera sistematica e analitica le sfide, presenti e future, dell’overtourism. Attenzione: nessuna “criminalizzazione” del turista, che non va visto come causa del problema ma come grandissima risorsa per l’economia. Tuttavia si pone il tema della migliore gestione possibile, una nuova sfida dinnanzi ai cambiamenti del mercato che abbiamo davanti”.
Rilevazione: l’indicatore “Tourism Exposure”
La rilevazione si basa su un indicatore “Tourism Exposure” che meglio e più facilmente si adatta, secondo gli autori, a quantificare e valutare il l’impatto del turismo rispetto alla “Capacità di carico” o ad altri indicatori di difficile applicazione. L’indicatore è costruito su due dimensioni fondamentali, intensità ed estensione dell’overtourism, ottenute rapportando i turisti alla popolazione residente e alla estensione geografica dei comuni.
Rimandando ad una lettura del rapporto per un approfondimento dei risultati si segnala che:
- l’indicatore è ovviamente massimo nel centro storico di Venezia (l’isola nel rapporto), dove si tocca, secondo lo studio, un livello di saturazione pari a 76 su 100;
- i valori più alti sono raggiunti da Lazise (lago di Garda) e poi dalle località balneari di San Michele al Tagliamento, Cavallino-Treporti e Caorle che però sono ben lontani dal livello di saturazione massimo (anche perché non si tiene conto della stagionalità…);
- la prima destinazione di montagna, Livinallongo del Col di Lana, è all’ottavo posto, mentre Cortina d’Ampezzo si piazza solo al quindicesimo posto.