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Estate 2023: i dati per un primo “bilancio” a livello nazionale

Di seguito una newsletter  realizzata in collaborazione con SL&A, che propone un primo bilancio dell’estate 2023 in Italia. 

Secondo CST per Assoturismo Confesercenti sono stati circa 50,5 milioni gli arrivi, per un totale di circa 207 milioni di pernottamenti, 3 milioni in meno rispetto al 2022. In totale il trimestre estivo 2023 potrebbe chiudere con un -1,4% di pernottamenti. A mancare è stato il mercato interno con una netta flessione degli Italiani (-5,7%). In crescita invece gli stranieri con un aumento del +3,6%.

Secondo Data Appeal — Ministero del Turismo, il bilancio è stato positivo per il turismo estivo in Italia, ma inferiore alle aspettative.

In Italia il turismo nel complesso mostra un andamento ottimo, ma meno brillante rispetto allo stesso periodo dello stesso anno. Se a giugno e luglio i dati collimano maggiormente con quelli del 2022, tra la fine del mese e agosto si registra un certo calo delle prenotazioni sui portali e un aumento dell’invenduto.

Dati nazionali 1 luglio — 20 agosto 2023

  • -8,3% saturazione prenotazioni sulle OTA, soprattutto a partire dalla seconda metà di luglio, a fronte di un aumento delle offerte messe in vendita sui portali del 10%, con un incremento leggermente inferiore ad agosto
  • +14,5%tariffe medie delle strutture ricettive
  • -2,5% delle recensioni online scritte da italiani, mentre i mercati stranieri restano

La diminuzione delle tracce digitali degli italiani — un’approssimazione dell’andamento del mercato, indicano che c’è stato un effettivo calo delle presenze di connazionali. Questo andamento denota in generale un aumento delle tariffe alberghiere forse troppo ottimista per il ritorno degli stranieri, che non ha coinciso con un effettivo aumento della domanda e che non ha fatto i conti con la reale situazione economica di uno dei maggiori bacini del turismo nostrano: gli italiani.
È probabile che una minor richiesta sul canale diretto abbia spinto gli operatori a correre ai ripari, aumentando la disponibilità sui portali sotto data per contrastare il calo delle presenze, senza però concretizzare le vendite.

Se è vero che europei e statunitensi sono tornati a popolare le nostre città e le nostre spiagge in numero crescente, vero è anche che Io zoccolo duro di molte destinazioni, in particolari quelle balneari, sono gli italiani.

Alcune considerazioni

L’aumento concomitante dei prezzi della benzina, dei beni di prima necessità, ma anche dei voli aerei interni e delle strutture, sembra aver spinto molti connazionali a rinunciare alle vacanze, spostarle più avanti a settembre, soggiornare in case private o di amici e spostarsi verso mete meno costose.

Da non sottovalutare che questo è anche il primo vero anno senza chiusure e regole anti-Covid, e molti italiani come nel resto del mondo, sull’onda del “revenge travel”, sono tornati a spendere la fetta più consistente delle loro ferie — in Italia storicamente quella estiva — per fare viaggi più lunghi in destinazioni straniere.

L’estate italiana non è stata dunque negativa

L’estate italiana non è stata dunque negativa: l’ENIT ha confermato che i passeggeri in arrivo ad agosto registrati via GDS hanno superato quelli del 2022, in particolare quelli stranieri, con un aumento deII’1,1% rispetto aII’agosto dell’anno precedente.

Anche il sentiment del paese si conferma molto positivo e in aumento rispetto al 2022. È innegabile però che quest’anno si sia verificata una variazione nel comportamento degli italiani rispetto agli scorsi anni: agosto, il mese solitamente preferito per le vacanze estive, soprattutto al mare, sembra non essere stato la scelta più scontata quest’anno.

 la saturazione delle offerte poste sul mercato dalle OTA approssimasse I’ effettivo andamento, sarebbero i laghi ad aver sofferto di più, seguiti da monti e mare.

Secondo Unioncamere -Excelsior, infine, le incertezze di mercato si trasmettono al lavoro: a settembre 2023 le previsioni di assunzioni nel turismo (68.880) calano del 7,3% rispetto al settembre 2022 (- 5.450), e nel trimestre settembre-novembre 2023 il calo sarebbe del 2,2% rispetto all’anno scorso.

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